C'ERAVAMO TANTO AMATI
(canzoni tra onde radio , pellicole ologrammi della nostalgia)
un progetto di Patrizia Laquidara e Alfonso Santimone
arrangiamenti e direzione d'orchestra di Alfonso Santimone
regia di Mirko Artuso e Patrizia Laquidara
si ringrazia Daniele Nuovo per la preziosa consulenza
Ispirandosi alla grande tradizione orchestrale Patrizia Laquidara intesse un omaggio emozionante che non manca di ironia: canta e racconta, accompagnata da un’orchestra, quel repertorio che riecheggia ancora dei passi di danza, delle storie, dell’immaginario di un intero Novecento, definito anche il “secolo della canzone”, riscoprendo gemme quali “Come pioveva”, “Smile”, “Eclipse”, da Napoli a Pigalle, dagli studi EIAR a Baires fino ad arrivare a Broadway.
Storie che facevano sognare intrecciando l'immaginario popolare italiano con le suggestioni del grande cinema hollywoodiano, un'intera generazione ipnotizzata dai passi sinuosi di Ginger e Fred, dal trombone e dallo swing di Glenn Miller, dalla tormentata voce di Billy Holiday che canta Strange fruit e dall’altra parte dell’oceano l’austera e sofferta femminilità di Edith Piaf musa della sua misteriosa e conturbante Parigi.
“...Se provassimo a mettere qualche migliaio di canzoni in fila una dopo l'altra, in ordine cronologico, otterremmo il più esauriente, variopinto, veritiero romanzo del Novecento, quanto meno quello che ne racconta meglio l'educazione sentimentale” (Gino Castaldo)
“ Le canzoni ci raccontano e attraverso di esse noi raccontiamo la storia, una società, un popolo intero...” (Patrizia Laquidara)
La sua emozionante vocalità vola sugli arrangiamenti firmati da Alfonso Santimone, visionario improvvisatore, compositore, pianista e instancabile avventuriero del suono sempre a caccia di nuove esperienze.
Il pubblico che ha avuto modo di assistere a questo concerto l'ha amato moltissimo, si è fatto trascinare in un viaggio di emozioni, cantando con lei brani ascoltati dalle proprie nonne alla radio o dalle orchestrine di piazza, ballando, commuovendosi e lasciandosi andare a un tempo ormai passato ma che ha profondamente segnato la nostra immaginazione e la nostra storia recente.
REPERTORIO
Come pioveva (1918)
Parlami d’amore Mariù (1932)
Camminando sotto la piggia (1937)
Cheeck to cheeck ( 1935)
let’s face the music and dance ( 1936)
Smile (1936)
Vivere (1938)
Besame mucho (1940)
disseram que eu voltei americanizada ( 1940)
Ma l’amore no (1942)
Tammurriata nera (1944)
Bewitched ( 1945)
quizas quizas (1947)
Volare (1958)
ciao amore ciao (1967)
La voglia la pazzia (1976)
ANTOLOGIA - Patrizia Laquidara & Tony Canto
“Antologia” è una storia raccontata attraverso le canzoni. Canzoni di Patrizia Laquidara e canzoni di Tony Canto, insieme a canzoni di altri ma amate da entrambi, reinterpretate da due artisti che hanno sempre dimostrato di avere una visione e un sentire condiviso.
“Quando lavoro con Toni è come incontrarmi con un mio alter ego al maschile: so che ogni nota, ogni parola cantata e scritta avrà un peso particolare, sarà capita e valorizzata come suonassi io stessa alla chitarra”
“Quando scrivo una canzone penso che oltre me può cantarla Patrizia, come una musa mi ispira nella scrittura”
Una collaborazione che dura da 18 anni, un incontro da cui sono nate gemme come “L’equilibrio è un miracolo”, “Mielato”, “Indirizzo Portoghese” contenute negli album Funambola e di Indirizzo Portoghese, tappe fondamentali della carriera artistica di Patrizia Laquidara.
La storia musicale di Patrizia e Toni si basa su una comunione di intenti, con strade parallele e personali ma orientate verso la stessa direzione. Tantissime volte insieme, negli studi di registrazione, sul palco del Festival di Sanremo, su una terrazza davanti allo stretto di Messina o ai piedi delle piccole dolomiti, in innumerevoli viaggi tra nord e sud in cui sono nate canzoni ma anche nuove interpretazioni di brani amati, pescate dalle loro passioni condivise: dai classici della musica brasiliana a quelli della musica italiana.
“Antologia” sarà aprire un cofanetto privato colmo di ricordi e suggestioni, dando vita a un concerto che è incontro vero e senza tempo, privo di forma preordinata, capace di raccontare il passato, accogliere il presente, immaginare il futuro.
CANZONI in quintetto
Patrizia Laquidara si tuffa nel repertorio di questo concerto restituendo con grande poesia e giocosità le storie e le emozioni che abitano l’immaginario musicale popolare italiano e che ne raccontano la storia, l’educazione sentimentale, la cronaca sublimata in poesia popolare. Lo fa viaggiando attraverso la canzone moderna. Partendo dalla prima canzone d’autore italiano la Laquidara omaggia la canzone napoletana, incontra la prima edizione del festival di Sanremo, appuntamento musicale che diverrà fin da subito il più importante nel nostro paese, incrocia gli anni 50 dove un rivoluzionario Modugno con un invito pieno, esuberante, un inno alla vita, fa capire agli italiani, a un decennio dalla fine della seconda guerra mondiale, che l’Italia è pronta a volare. Una manciata di canzoni che, attraverso l’avvento dei primi cantautori incontra la sensibilità e il linguaggio poetico di Endrigo e di Tenco, matura nella rivoluzione anarchica promossa da De Andrè, Guccini, Battisti, passa dalla rivolta dei gruppi beat degli anni sessanta e arriva al rinascimento che tra gli anni settanta e ottanta porterà la cultura musicale del nostro paese ai suoi massimi splendori. Fino a toccare la soglia dei primi anni duemila.
In “Canzoni”, la voce della Laquidara si muove leggera, a tratti dolce e sinuosa, altrove impetuosa e dirompente, proponendo al suo pubblico un concerto dall’atmosfera a volte intimista e vibrante di emozioni, in cui la voce, quasi nuda, si muove con delicata trasparenza, ad atmosfere dove la musica spande una malia viscerale, antica e potente. Lo fa accompagnandosi ad eccellenti musicisti che entrando in risonanza con la voce e con il repertorio, si spostano da sonorità eteree ed evocative, ad altre potenti, “muscolari” e sostenute, cambiando le carte in tavola, reinterpretando con rispettosa giocosità, a volte in maniera unica e inusuale un repertorio che fa parte ormai del nostro immaginario sonoro.