Negli anni che seguono l’attività concertistica è praticamente ininterrotta ma la Laquidara trova il tempo per recitare a teatro, al cinema (nei film “Ritual – Una Storia Psicomagica” con Alejandro Jodorowsky, di ideare e condurre programmi per la Radio Svizzera Italiana,di duettare su disco o dal vivo con artisti internazionali (uno tra tutti Ian Andreson, dei Jethro Tull) e sulla scena teatrale con Natalino Balasso, Giuliana Musso, Mirko Artuso, Andrea Pennacchi, Marco Paolini.
Nel 2017 pubblica la raccolta di poesie “Alphonsomangorey” (La Vencedora edizioni). L'anno seguente viene invitata come ospite al festival internazionale di poesia “L'orecchio di Dionisio”
Nel 2018 esce il suo quinto progetto discografico “C’è qui qualcosa che ti riguarda”, definito dalla critica “un album capolavoro”, è tra i migliori dischi del 2018 su Il Fatto Quotidiano. L'album arriva tra i cinque finalisti per il “Miglior album in assoluto” del Premio Tenco 2019. La canzone “Il Cigno (The Great Woman)”, contenuta in “C’è qui qualcosa che ti riguarda”, è tra le 10 canzoni finaliste del Premio Amnesty International Italia – Voci per la Libertà
Nel settembre 2019 le viene conferito il “Premio Maria Carta” a Cremona.
Nel 2020 partecipa a vari festival e rassegne italiane con il live di “C'è qui qualcosa che ti riguarda”, tour che è costretta a interrompere a marzo dello stesso anno a causa dell'emergenza Covid.
Nell'estate del 2021 riprende e prosegue la sua attività concertistica in Italia e all'estero ( tra cui il prestigioso festival Mawazine in Marocco)
E' ospite al Premio Bianca D'Aponte di Aversa e in occasione dei festeggiamenti dedicati ai 50 anni della TV Koper-Capodistria viene invitata a presentare C'eravamo tanto amati”.
Sarà accompagnata dall'Orchestra sinfonica della Radiotelevisione slovena e dal direttore Patrik Greblo.
Nell'ottobre 2021 è impegnata come attrice e cantante nello spettacolo ‘Sirene – l’ultimo incanto’, per il 74° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza.
Firmate dalla stessa Laquidara le ricomposizioni musicali, la drammaturgia sonora e il sound design.
Nell'estate 2022 inizia la fortunata collaborazione artistica con Marco Paolini con il quale porta in scena lo spettacolo teatrale e musicale “Boomers”, che esordisce al Teatro Romano di Verona.
Nel dicembre 2022 realizza l'installazione sonora per la mostra “Il riserbo, la scrittura” La shoa di Katia e Luigi Meneghello a cura di Luciano Zampese.
Nella primavera 2023 esce il suo romanzo d'esordio “Ti ho vista ieri”, edito dalla casa editrice Neri Pozza. Lo spettacolo che porta in tour nel 2023 è un racconto in canzoni e parole che prende il titolo dall'omonimo libro in uscita.
PROGETTI
Ti ho vista ieri IN MUSICA
(racconto in musica e parole)
di e con PATRIZIA LAQUIDARA
In “Ti ho vista ieri”, si aprono uno dopo l’altro i sipari che Patrizia Laquidara disegna con la voce raccontando il tempo avvincente di un’infanzia dai contorni magici e misteriosi.
Il pubblico è da subito coinvolto in una sorta di viaggio di formazione, attraverso una visione lucidamente attonita del reale che tiene per mano lo spettatore in un’ora e mezza di performance a più registri espressivi: dai trasognati toni fanciulleschi alla dimensione femminile più intima ed emozionante in cui si incontrano un pappagallo irriverente che fischia brutte parole, la figura tenera e inquietante del medium detto Nino degli spiriti, le voci dei pescatori al mercato di Catania, la mucca di plastica Carolina vinta coi punti premio Invernizzi, l'emozione di una gita a Murano “l'isola dove si forgia il vetro con il fuoco”.
Le parole e i personaggi dei racconti, che stimolano empatia e immedesimazione, provengono dalle pagine del suo omonimo romanzo in pubblicazione con Neri Pozza casa editrice: attraverso l’evocazione di scene e personaggi da una preziosa galleria personale, si genera l’atmosfera liquida e multiforme di un’Italia attraversata da Nord a Sud (e viceversa), un Paese antico e moderno, un’umanità da trattenere in un ricordo vivo, sonoro, che tiene insieme geografia e speranze.
Un humus buono, necessario per ogni ricostruzione.
La leggerezza sensuale, carnosa e insieme eterea pensata per la narrazione, s’intreccia con il suono di una chitarra agile, pronta a seguire l’artista nelle sue vertiginose evoluzioni vocali, dell'interazione fra repertorio personale (che l'ha resa celebre al pubblico come cantautrice),
influenze del sincretismo sudamericano, suggestioni della musica popolare e la più raffinata canzone d’autore italiana e straniera. “Ti ho vista ieri”, nel suo impianto da realismo magico, offre sorrisi e brividi e fin dal primo brano, a bordo di una piccola vettura gialla stracolma di bagagli che scivola giù per la penisola alla fine degli anni '70 con aria di festa e trasgressione, prepara il pubblico a ricevere come in un’iniziazione collettiva una voce nuda e temeraria: il canto affilato che Patrizia Laquidara spinge fin dentro ai cuori con il suo ipnotico racconto in musica e parole.
Formazione: Duo
... qualche recensione a "Ti ho vista ieri"
Il concerto più bello mai portato sul palco dalla Laquidara per scelta del repertorio e consistenza di fondo, un’ora e tre quarti dove magia e attaccamento alla vita reale si uniscono in un ideale unisono armonico. Stare per anni senza vedere e ascoltare dal vivo Patrizia Laquidara è tanto possibile quanto inconcepibile, forse un ossimoro perché rischia di far dimenticare l’insostituibile meraviglia che porta in sé quest’artista. (Estatica.it musica cultura, Milano 2019)
In verità sarebbe riduttivo chiamare questo un concerto, quanto piuttosto un’esperienza che fonde la canzone, con la prosa ed il teatro, una condivisione di Bellezza che ha come origine una Patrizia Laquidara capace con la sua voce dalle mille sfaccettature, la sua eleganza e presenza scenica e con la lettura degli estratti di alcuni suoi racconti tra una canzone e l’altra di emozionare e toccare nel profondo lo spettatore. (Faremusic.it, Treviso 2019)
Una voce incredibile, una interprete incredibile, oltre che una cantautrice incredibile, Patrizia Laquidara ha un repertorio importante, fatto di canzoni che sanguinano, canzoni mestruate nel loro essere canzoni femmine, canzoni gravide, nel loro essere canzoni femmine, canzoni sensuali da far perdere la testa nel loro essere canzoni femmine, la sua costante ricerca musicale, lessicale, scenica, è qualcosa che lascia a bocca aperta. (OptiMagazine, Michele Monina)
"CANZONI"
“Rischiamo di dimenticarlo, ora che il nuovo millennio viaggia
veloce tra disincarnati suoni virtuali. Ma il Novecento non è stato
forse il secolo della canzone? Se provassimo a mettere insieme, in fila
una dopo l’altra, una manciata di canzoni otterremo il più esauriente,
variopinto, veritiero romanzo del Novecento.” (Gino Castaldo)
Patrizia
Laquidara si tuffa nel repertorio di questo concerto restituendo con
grande poesia e giocosità le storie e le emozioni che abitano
l’immaginario musicale popolare italiano e che ne raccontano la storia,
l’educazione sentimentale, la cronaca sublimata in poesia popolare.
Lo fa viaggiando attraverso la canzone moderna.
Partendo
dal 1918 e dalla prima canzone d’autore italiano la Laquidara omaggia
il repertorio napoletano, incontra la prima edizione del Festival di
Sanremo, appuntamento musicale che diverrà fin da subito il più
importante nel nostro paese, incrocia gli anni 50 in cui un
rivoluzionario Modugno con un invito pieno, esuberante, un inno alla
vita, fa capire agli italiani, a un decennio dalla fine della seconda
guerra mondiale, che l’Italia è pronta a volare.
Una manciata di
canzoni che, attraverso l’avvento dei primi cantautori incontra la
sensibilità e il linguaggio poetico di Endrigo e di Tenco, matura nella
rivoluzione anarchica promessa da De Andrè, Guccini, Battisti, passa
dalla rivolta di costume dei gruppi beat degli anni sessanta e arriva al
rinascimento che tra gli anni settanta e ottanta porterà la cultura
musicale del nostro paese a veri splendori: ciò che prima era vista come
“musica leggera”, diventa canzone d'autore, una sorta di coscienza
critica e sentimentale del paese.... e così si arriva così a toccare la
soglia dei primi anni duemila.
In “Canzoni”, la voce della
Laquidara si muove leggera, a tratti dolce e sinuosa, altrove impetuosa e
dirompente, proponendo al suo pubblico un concerto dall’atmosfera a
volte intimista e vibrante di emozioni, in cui la voce, quasi nuda, si
muove con delicata trasparenza, ad altre in cui la musica spande una
malia viscerale, antica e potente.
Lo fa accompagnandosi ad
eccellenti musicisti che entrando in risonanza con la voce e con il
repertorio, si spostano da sonorità eteree ed evocative, ad altre più
potenti e “muscolari”, sostenute cambiando le carte in tavola,
reinterpretando con rispettosa giocosità, spesso in maniera unica e
inusuale un repertorio che fa parte ormai del nostro immaginario
musicale.
Formazione: in quintetto o sestetto